Olio di oliva, oro giallo
Dettagli
Se dite Sardegna pensate a uno dei mari più belli del mondo. Ma dire Sardegna vuol dire soprattutto storia, nuraghi, paesaggi. Un ambiente – a Luras, nel Sassarese - dove un olivo ha quattromila anni d'età. Lo chiamano “Il Patriarca della Natura”, alto 14 metri, circonferenza 1154 centimetri. Nel 2023 vince il Contest Italian Tree of the year, nel 2024 terzo classificato allo European of the year.
Sono tanti gli olivi monumentali a Santa Maria Navarrese, in Ogliastra, regione mare-montagna che deve il suo nome proprio ai tanti alberi di olivo e dove – come in tutta l'isola - si produce un olio eccellente che macina premi in Europa e nel mondo. Un altro paese, sotto Lanusei, si chiama Ilbono e sta per olio buono. Ed è vero. Le campagne sono un incanto di colori su tante tonalità di verde. Al Sud c'è una località, nei pressi di Costa Rei, detta “Olìa Speciosa”, nel significato latino vuol dire oliva bella e buona per eccellenza. A Villacidro (Cagliari) ci sono gli olivi monumentali di San Sisinnio decantati nei suoi romanzi dallo scrittore Giuseppe Dessì. In Barbagia, sotto le dolomiti del Monte Corrasi, si adagia Oliena, paese che dal nome vuol significare vena perenne d'olio, olio di colore intenso, di un profumo esaltante, inebriante. Lo venerava Grazia Deledda, scrittrice premio Nobel nel 1926.
Oggi l'olivicoltura sarda – nata sotto i Romani con le basi di pressa in basalto, solcature circolari per il deflusso del liquido oleoso – si è modernizzata, apprezzata nel mondo con tante aziende a guida femminile. Il successo? La terra sarda, immersa in un ambiente incontaminato.
(Testo di Giacomo Mameli, scrittore)